La storia del Castello Colonna
Posizione
Il Castello Colonna è situato in .mune di Patrica, al confine con il comune di Frosinone;tale confine è rappresentato dal fiume sacco le cui sponde sono i territori a ridosso gli uni degli altri,dei rispettivi comuni. Rivolto a nord, sulla sponda occidentale, si erge maestoso questo maniero. Posto su una solida rocca tufacea,si affaccia sul corso del fiume sacco,che proprio al di sotto di esso attraversa una delle più belle cascate d’acqua, del suo percorso, suggestiva nelle sue spunie e fragore come nel laghetto, nel quale si riflette la sua architettura, di stile rinascimentale tipica del 1500.IL complesso del Castello Colonna si estende per circa quattro ettari ed è composto oltre che dal maniero, da una sua dependance, dalla torre in esso inglobata, da un mulino la cui parte perimetrale seminterrata è ancora esistente
L’archìtettura
In fase di recupero il piano terreno , dall’antico ponte sul fiume sacco e dalla chiesa di Sant’Anna (già chiesa di S.Cataldo) posta in prossimità deI maniero.
Le caratteristiche architettoniche, evidenziano lo stile della struttura rinascimentale nella ultima fase della costruzione del Castello,realizzata da Filippo primo Colonna principe di Paliano, gran connestabile del regno di Napoli, da lui stesso,intitolato “Tomacella” in onore della moglie Lucrezia Tornacelli , di Napoli,nel Periodo dal 1598 al 1625. E’notevole l’ingresso del Castello, sul cui portale risa. lo stemma in peperino dei Colonna .
All’ingresso del portone principale si arriva attraversando un ponte,ad un arcata in muratura,eretto alla fine dell’800 in sostituzione dell’antico ponte levatoio che serviva da difesa al maniero.
Oltre al ponte levatoio, servivano da difesa i fossati perimetrali, scavati durante la costruzione, sia per la estrazione della rnateria prima di costruzione,ilpeperino,sia quale baluardo In caso di attacco dall’esterno, o di assedio.
Entrati nel portone principale ci si trova nell’androne di ingresso,dal quale si percepisce il senso di tutta la costruzione,della sua disposizione a pianta rettangolare e della sua imponente architettura fa. da ordini regolari di porte e finestre,tutte rivestite da cornici in peperino, in una piazza d’armi preceduta da un ampio arco d’ingresso sul cui sfondo risaltano i due livelli delle loggie ad archi con al centro la statua di un prode romano da cui partono i due scaloni per l’ingresso ai saloni di rappresentanza.
Da entrambe i lati dell’ingresso si dipartono le due scale a lumaca, che portano ai piani superiori direttamente dall’ androne.
Entrati agli scaloni principali,ci si immerge in un susseguirsi di sale e saloni con soffitti a cassettoni e con alcune volte a crociera e a lunette.
Imponenti sono i due saloni di rappresentanza con altezze di circa 15 metri adiacenti alla cappella interna del castello.
Questa cappella,anticamente dedicata a S.Carlo Borromeo, ( zio della sposa di Filippo primo Colonna, Lucrezia Tomacelli) è posta alla base della torre del castello,con due Ingressi rivestiti da portali di pregio, in peperino,e con una finestra e grata sul lato del salone principale, con soffitti a volte e marca piani in stile.
Dagli scaloni nel lato destro si prosegue con lo scalone che porta alla loggia superiore e ai piani nobili con sale e stanze che si susseguono fino ad arrivare nei piani alti della torre.
La torre al cui interno si sale con una scala in legno si eleva per ulteriori tre livelli interni fino ad arrivare sulla sommità cia cui per una altezza di oltre 50 m dal fiume,si scorge il panorama della valle del sacco per un raggio di circa 30 km.
Da questa torre venivano anticamente trasmessi messaggi e segnalazioni con le torcie a vento sia per le comunicazioni che per i casi di assedio frequenti,e anche per gli atti di brigantaggiola dependance adiacente il maniero, costituita da un unico salone a volta, era utilizzata come cucina della antica hosteria della torre che era posta nel piano terreno del Castello in cui vi erano sale da pranzo scuderie per i cavalli e stanze di locanda per il pernottamento; nei labirinti delle segrete, attigui alle sale della locanda,ci si inimerge in cunicoli,risalenti agli inizi della costruzione a ridosso della torre,seguendo i quali si risale al corpo di guardia vicino all’androne e alle celle delle prigioni e ad esso attigue.
All’antica hosteria della torre,che già dal 1400 esisteva ed era descritta come la più rinomata tra i paesi della zona, si arrivava da ambo le sponde del fiume sacco essendo posta a ridosso dell’unico ponte allora esistente sul fiume sacco, oggi in disuso, e del mulino più importante, ubicato in un punto strategico per la viabilità.
Tale locanda hosteria si avvaleva di un centro commerciale molto attivo,derivato dagli interessi,baratti,trasporti, nonchè dal passo o pedaggio di pagamento,sul ponte fino al 1870, incentrati intorno al mulino che era una delle uniche forme di industria del tempo.
La chiesa di Sant’ Anna
La chiesa di S.Anna (già di S.Cataldo)si erge poco distante dal maniero, con tipica architettura seicentesca, con ingresso rivolto verso Gerusalemme ad est, e con interno ad uni. nava. con soffitto a travature a vista e cassettoni. Ad essa il 26 Luglio di ogni anno viene dedicata una festa rionale con una fiera mercato di tradizione secolare conosciuta in tutta la Ciociaria. Ad essa era abbinato fino al 1800 il palio di San Ca.Ido, che si svolgeva In gara tra le contrade proprio nei terreni tra la chiesa ed il Castello.
La storia
La costruzione del castello risale in diverse epoche a partire
dall’anno 1000,e precisamente con l’inizio della costruzione della torre principale intorno all’anno 1069 . Come le torri medioevali , aveva la funzione di difesa e di awistamento. Nel periodo fino al 1200, anni in cui viene ampliata la torre con un piccolo fortilizio ed un’altra torre più piccola, il Castello appartiene alla famiglia dei Conti de Ceccano. Nel 1264 dal testamento di donna “Maccalona” moglie di Landolfo de Ceccano, citata anche l’esistenza del mulino. Nel 1307, durante la guerra bonifaciana il Castello e’ oggetto di saccheggiannenti dalle truppe di Bonifacio VIII. contro Landolfo de Ceccano. Nel 1373 il papato si impossessa del territorio del Castello, togliendolo a Cecco
de Ceccano, indicato come un .ccheggiatore di territori limitrofi. Il Castello viene indicato negli atti, come turris de Plano Patrice, meglio descritto come una torre con 2 mole da mulino guardata da 7 paggi. Alla fine del 1300 il Castello ed il feudo di Patrica passano alla famiglia “De Comitibus” tranne alcuni territori contesi tra i Caetani ed i Colonna . Nel 15 secolo dai De Comitibus il feudo ed il Castello passano alla famiglia Cotti. Nel 1529 Giulio Colonna, marito di Giovanna Conti oca., Il paese di Patrica rivendicandolo come dote della moglie. Nell 1550 i De Comitibus-Poli, sono nuovamente i signori del feudo di Patrica .In questo periodo in 25 19 via Marittima e’ ultimata la strada che porta al mare, dagli archivi e’ menzionata, come anche l’attraver.mento del fiume sacco, con un ponte ed un fortilizio con torre .Nell 1550 durante l’ultima guerra tra il Papato e la famiglia Colonna, Marco Antonio II° conquista il Castello nelle mani di Federico Conti lasciando come guardie lOOfttti. Nell 1597,i1 principe Filippo l° Colonna sposa Lucrezia Tomacelli dalla quale ha avuto 11 figli. L’8 Febbraio 1598,Lotario Conti,Duca di Poli e marchese di Patri., vende il feudo alla famiglia Santacroce. In questo periodo iniziano contrasti con il consiglio dei 24 degli abitanti, sull’uso del mulino baronale e per giungere ad un accordo dovra’ intervenire il Papa. La famiglia Santacroce ,visti i dissapori con i cittadini sceglie di trasferirsi dal paese, nel Castello ed inizia l’ampliamento del Castello inglobando
la torre nella costruzione dell’edificio e costruendo gran parte dell’ala verso fiume .Ai primi del 1600 tutti i feudi dei Colonna vengono raggruppati in due stati,lo stato di Pofi (15 feudi)e lo stato di Genazzano (12feudi). Il 28 Luglio 1625 Francesco Santacroce vende con strumento del notaio Camerale Antonio Colonna il feudo a Filippo l° Colonna che lo accorga allo stato di Pofi in questo periodo, Filippo si occupa della ricostruzione e del riassettamento di tutto il patrimonio di famiglia. A Roma restaura il suo palazzo dei ss.Apostoli ,abbellisce i giardini del Quirinale, costruisce la galleria Colonna e una cappella usata corne coro di inverno in S.Giovanni in Laterano. A Marino costruisce la villa delle sirene usata come residenza estiva. A Genazzano consolida il Castello feudale,a Paliano costruisce una Cappella per i suoi antenati, nella chiesa di S.Andrea. A Patrica ultima la costruzione del Castello Colonna Tomacella. Avendo acquistato il feudo di Patrica con i soldi portati in dote dalla moglie Lucrezia Tomacelli, intitola il Castello”Tomacella”. in onore della sua amatissima consorte di cognome Tornaccelli Con l’acquisto del feudo il Castello Colonna era in una fase in cui doveva essere ultima. ancora la costruzione di due ali essendo stato iniziato l’ampliamento dai Santacroce e successivamente ultimato da Filippo Colonna . AIA meta’ del 1600 viene costruita la chiesa di S.Cataldo alla Tomacella, a circa 100m dal castello,portandola a valle,poiche’ già esisteva sulla costa dei Lepini Orentali, Poi consacrata dal vescovo di Ferentino Ottavio Roncioni il 26 Luglio 1671.
Nel 1734 con il passaggio di Carlo I° di Borbone per la riconquista del regno di Napoli contro gli austriaci,lo stato della chiesa, accorda a Carlo passaggio dell’armata al suo seguito, giu. dalla Spagna e sbarcata con 25,000 uornini a Livorno. Carlo I° che era figlio del re Filippo V° di Spagna aveva avuto dal padre, l’armata di spagnoli diretta verso Napoli per la sua conquista, unita da ulteriori forze armate provenenti dal ducato di Parma, retto dalla madre Elisabetta Farnese, II° moglie di Filippo V.Durante la marcia verso Napoli tutto il percorso veniva controllato e preparato da avamposti di dragoni Spagnoli a cavallo.II 21 Marzo 1734 si recano nel Castello Colonna, ufficiali dell’esercito spagnolo e vi soggiornano con 380 dragoni a cavallo .Questo reggimento, accompagnava e scortava il re nei suoi spostamenti, nell’accampamento e nei dintorni durante i giorni di sosta dell’armata. A Filippo 1°Colonna,succede .1 possesso del castello “Tomacella” Il figlio Girolamo, cardinale. Nel periodo della sua vita, il Castello vive forse il periodo di massimo splendore. Infatti Girolamo e’ amante di feste e banchetti,abile cacciatore che nel bosco faito organizzava le più ambite battute di caccia, dai nobili di quel tempo, che con cerimonie e succulenti banchetti coronavano nel Castello Tomacella tali fasti con musici , balli ed atmosfere goliardiche. Sono in archivio anche i menù descritti per tali banchetti degni dei migliori eventi di quel topo. Nel 1735 vengono eseguiti per conto dell’allora principe Fabrizio Colonna lavori di bonifica e ristrutturazione del Castello Colonna ,la
Tomacella, eseguita dall’architetto Domenico Schiera. Nel 1736 un altro evento di particolare interrese storico awiene nel castello colonna . In occasione dell’inaugurazione di una nuova strada nei pressi di Prossedi, il Papa Benedetto XIII°, inizia un viaggio per tale inaugurazione. Giunto con tutto il seguito, costituito da guardie, servitù e faccendieri di corte,con una ingente caroana di supporto a Frosinone, presso il vescovado attuale palazzo della prefettura prosegue il suo viaggio verso Prossedi. La via Marittima aveva nel suo itinerario il passaggio sul fiume sacco solo sul ponte della Tomacella, ragion per cui il Papa giunge al castello colonna dove vi si stabilì per un giorno per consentire al suo seguito una sosta di riposo dal viaggio. In quell’occasione, viene ricevuto con tutti gli onori delle armi e della servitù dall’allora Principe Fabrizio Colonna. Durante tale sosta, tutto il seguito fù alloggiato nei piani terreni e nella locanda,i cavalli posti nelle scuderie , mentre i cardinali e il Papa venivano ricevuti nei piani, nobile e di rappresentanza del castello. Venne imbandito un pranzo in”Pompa Magna”come del resto tutto il castello era adibito con festoni, fiori e stendardi. Il Papa, si soffermò sia nella cappella privats interna al castello dedicata a San Carlo Borromeo dove si raccolse in preghiera e sia in visita nella chiesa di S.Cataldo, ora dedicata a S.Anna. Con il passare delle ore, sparsasi la voce in tutti i paesi circostanti, Si mano si radunò intorno al castello una grande folla di persone per salutare il Papa. Al che, vista la ‘moltitudine di persone ormai giunte sul posto ad acclamare Benedetto XIII°
Girolamo I Colonna
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XIII
Colonn“
il Papa decise di dire l’angelus. La servitù del Principe Colonna ed il seguito del Papa apprestarono un palchetto,”nella sala con le due finestre che guardano verso Ferentino”,come da cronaca riporto, dalla quale il Papa si affacciò e benedisse la folla. Dalla discendenza del ramo di Paliano di cui Don Fabrizio Colonna ne è l’ascendente,eredi del castello Colonna sono stati negli ultimi anni, Oddone Colonna, la sua consorte,Maria Luisa Begozzi, ed i figli Ascanio e Flavio. Oddone in particolare ha curato il restauro esterno Dopo i danni di guerra del 1945 e dopo averlo utilizzato in parte come azienda agricola nei piani terreni, lo ha abitato con la sua famiglia fino agli anni 70.11castello successivamente ha avuto un periodo in cui è stato inutilizzato durante il quale ha subito notevoli danneggiamenti. Nel 1995 il castello è stato acquistato dal Cavaliere Roberto Augusto Papetti. I Papetti, famiglia nobile originaria di Veroli per tradizione e discendenza, presente nel settore molinario ha avuto alla fine dell’800 il suo principale esponente in Antonio, autore e fondatore del molino Papetti in Frosinone Via Fornaci. Dalla industria molinaria al commercio all’ingrosso alimentari,le attività della famiglia Papetti hanno avuto un notevole sviluppo negli anni 1930-1970 .1Icommentatore Leopoldo Papetti,sposo di Angela Rosa Colonna, discendente della famiglia Colonna dal ramo di supino, figlio di Antonio,ha creato in quegli anni diverse attività industriali come mulino , pastificio, cartiera a Pontina, distilleria a Ceprano , impianto di produzione di candeggina in
Frosinone non che commerciali creando uno dei principali centri di distribuzione alimentari all’ingresso della provincia di Frosinone. Il Cavaliere Roberto Augusto,figlio del commendator Leopoldo attuale proprietario del castello è dedito in attività nel campo ristorativo, alberghiero, agrituristico, ha iniziato già dal 1995 il lento restauro degli interni del castello come anche la bonifica dei terreni circostanti. Ha curato nei dettagli i metodi di restauro, nel rispetto e la cura delle caratteristiche e dello stile della struttura, riportandola a rivivere oggi, i fasti di un tempo In un atmosfera del tutto storica. Sono già diversi anni che di questo maniero se ne fanno i più versatili usi; dai convegnL corsi di formazione, stage di fotografia, documentari, cortometraggi film, feste da ballo, cerimonie, gran balli di gala, sfilate di moda, compleanni, serate disco ecc.. Tutti eventi che valorizzano maggiormente una delle migliori risorse turistiche della Ciociaria.